Sulla strada tra l’Ircac e l’ex consulente del presidente della Regione piove un nuovo macigno. L’Autorità nazionale anticorruzione ha avviato un’indagine per passare ai “raggi x” le attestazioni dell’uomo di Crocetta, sulla cui genuinità i deputati del gruppo parlamentare hanno da tempo sollevato grossi dubbi e per questo lo scorso mese di marzo hanno scritto al presidente dell’Anac, Cantone. “Evidentemente – dice il deputato 5stelle Giancarlo Cancelleri – l’Anac ha ritenuto fondate le nostre osservazioni. Crocetta prenda atto dell’improponibilità di questa nomina”. Le contestazioni del M5S fanno riferimento a palesi contraddizioni contenute in una dichiarazione sostitutiva e a due curriculum prodotti da Ben Abdelaali in occasione della recente nomina ai vertici dell’Ircac e a quella ad assistente del presidente nelle relazioni con i Paesi del Mediterraneo, Africa e Mondo Arabo del 27 novembre del 2016. In questi documenti l’interessato si dichiara prima dirigente del consolato generale della Tunisia a Palermo, poi funzionario direttivo dello stesso consolato per “retrocedersi” infine a semplice funzionario. Non solo, Ben Abdelaali avrebbe lavorato al consolato non come dirigente – come da lui attestato – ma come semplice agente amministrativo. Il M5S ha anche evidenziato l’illegittimità della nomina ai vertici dell’Ircac, ai sensi dello statuto dell’ente (che prevede, tra l’altro, che il presidente sia scelto tra persone che abbiano rilevante competenza in materia economica, giuridica e finanziaria…). Intanto il M5S ha inviato un nuovo esposto all’Anac e alla Corte dei Conti, in quanto i titoli di studio conseguiti da Sami Ben Abdelaali in Tunisia potrebbero non avere valore in Italia. In questo caso anche le precedenti nomine sarebbero inficiate e, pertanto, si profilerebbe anche un possibile danno erariale.